L’AIGO, la SIF e la FIMMG, le tre società rispettivamente dei gastroenterologi ospedalieri, dei farmacologi e dei medici di medicina generale hanno costituito un comitato di esperti per elaborare un documento sull’appropriatezza terapeutica degli IPP sintetizzando le attuali indicazioni cliniche, basate sulle evidenze presenti in letteratura.
Tutto ciò si è reso necessario dopo che in uno studio pubblicato su World Journal of Gastroenterology si evidenziava che un trattamento cronico con PPi provocava proliferazione batterica intestinale (SIBO).
Quindi in un’epoca in cui la scienza del microbiota intestinale gode di molta attenzione sembra fondamentale definire quali tipi di farmaci hanno un impatto sulla composizione del microbiota intestinale. Ad oggi i PPI che vengono ampiamente utilizzati nella pratica clinica della gastroenterologia, sono in grado di modificare il microbiota ospite in ogni segmento del tratto gastroenterico e possono contribuire allo sviluppo della disbiosi. Quest’ultima può, a sua volta, facilitare l’insorgenza di alcuni disturbi gastrointestinali. Inoltre l’ipocloridria gastrica causata dai PPi favorisce la sopravvivenza e la migrazione dei batteri orali nelle zone inferiori del tratto gastrointestinale, con possibile instaurazione di un ambiente proinfiammatorio (infiammazione cronica silente).
Ad oggi sarà necessario instaurare un protocollo probiotico di sostegno a tutti coloro che avessero o dovessero utilizzare i PPi.
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Dr.ssa Michela Rossi
Fonte
- Giovanni Bruno et all. Proton pump inhibitors and dysbiosis: Current knowledge and aspects to be clarified. World Journal of Gastroenterology, 2019; 25(22):2706-2719.
Quale probiotici con IPP?Grazie
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Buona giornata
Drssa Michela Rossi